La Parrocchia dello Spirito Santo si inserisce in un’area periferica della città di Benevento, caratterizzata da una forte connotazione agricola ed una grande estensione territoriale, in cui la nuova Chiesa si pone come centralità, rivestendo un ruolo di catalizzatore per la comunità locale. A grande scala, il nuovo complesso si adagia sull’orografia, dialogando con la città di Benevento e con il suo centro storico, e instaurando una forte relazione visiva con esso. I volumi sfaccettati dell’aula e del campanile, poggiati su un basamento che media il salto di quota esistente nel lotto, guardano alla città e alle sue emergenze storico-artistiche. Ad una scala più ravvicinata, il progetto definisce vari ambiti di relazione con il contesto, declinando in modi differenti gli spazi per la comunità: a est l’ampio sagrato si configura come uno spazio che esalta l’ingresso all’aula liturgica, in cui il campanile si manifesta invitando a vivere gli spazi della ‘piazza’ intesa come luogo di incontro e dialogo; a ovest dell’aula, posta in posizione baricentrica al lotto, si trovano i locali di ministero pastorale e il salone parrocchiale; infine, a ovest del lotto l’area ludico-sportiva.
Volumi e pause architettoniche, percorsi e silenzi caratterizzano il sagrato, mentre la grande facciata triangolare accoglie il fedele e lo assorbe in prossimità dell’ingresso. La grande porta, insieme ad una fascia basamentale decorata, si impone per dimensioni come pausa solenne, necessaria prima dell’ingresso in uno spazio sacro. Una porta laterale, in prossimità della sagrestia, dà accesso alla cappella feriale per le funzioni quotidiane, oltre a provvedere al percorso per il rito di ingresso. Il complesso parrocchiale si configura mediante il rapporto esistente tra il volume dell’aula, l’edificio longitudinale posto a monte, contenente le funzioni parrocchiali, e il campanile svettante che, grazie alle loro geometrie e alla presenza materica, vibrano sotto la luce, generando l’ambito accogliente del sagrato.
Liturgia
Nella progettazione dello spazio liturgico e annessi arredi, due sono state le idee guida: il pellegrinaggio terreno del cristiano che ha come meta la Gerusalemme del cielo e come sosta la celebrazione del Mistero Pasquale; la dimensione pneumatologica che permea la vita del battezzato a partire dall’azione celebrativa. "Il Verbo carne divenne e pose la sua tenda in mezzo a noi." (Gv 1,14) questa traduzione nella versione del testo greco rende efficace il punto focale della nostra riflessione. Nell’Antico Testamento, si parlava della “tenda dell’incontro” fra Dio e Israele, che era sia il santuario mobile del deserto sia il tempio fisso di Gerusalemme. “Locus ubi floret spiritus”. Tutta l’azione celebrativa è permeata dalla forza dello Spirito Santo, il respiro del Santo, consegnato da Cristo alla sua morte. Si è cercato di riscoprire il rapporto di ogni luogo liturgico con lo Spirito Santo attraverso un approccio ai testi sia biblici che liturgici. L’accadimento dell’azione simbolica determina, infatti, lo spazio liturgico in una interconnessione imprescindibile. Tutto il progetto ha avuto inizio dall’altare, come unico fulcro centripeto, dove tutti i sacramenti accadono, per poi propagarsi, con una forza centrifuga, verso tutta l’aula, dando significato, espandendo l’evento celebrato. “La Chiesa non è una roccaforte ma una tenda capace di allargare il suo spazio e di dare accesso a tutti” (cfr Papa Francesco, udienza generale del 23 ottobre 2019). Ecco che allora la tenda chiesa, corpo di Cristo intriso di Spirito è quello spazio che serve per ristorare, rinfrancare, tramite i sacramenti, il cammino del cristiano per permettergli di correre verso la meta della Gerusalemme del cielo.
Planimetria generale
L'aula liturgica
Esploso
La struttura
Il sagrato
Pianta piano terra
Sezione longitudinale
Sezione trasversale