Il complesso parrocchiale si configura mediante la dualità esistente tra il volume dell’aula che, grazie alle sue geometrie sfaccettate e alla matericità del rivestimento, vibra sotto la luce, e la parte basamentale rivestita in pietra calcarea locale, contenente il salone parrocchiale e i locali Caritas, e accessibile dalla quota inferiore. I nuovi volumi si inseriscono nel contesto definendo due spazi di aggregazione sociale, che collegano a quote differenti le vie Matteotti e Dante Alighieri: il sagrato, inteso come nuovo spazio pubblico della comunità, e la piazza dei ragazzi, che dà accesso al salone parrocchiale ed è inteso come luogo di incontro per eventi all’aperto. Volumi e pause architettoniche, percorsi e silenzi caratterizzano il sagrato, mentre l’ampio scavo che ospita il portale accoglie il fedele e lo assorbe in prossimità dell’ingresso.
L'aula nel complesso contiene circa 220 posti a sedere e punta a generare uno spazio avvolgente dall'impianto centrico ma al contempo sempre orientato verso l'area presbiterale, centro dell'azione liturgica. All'interno, l'aula si compone di una fascia basamentale alta 3,30 m, rivestita in pietra calcarea locale e il legno, caratterizzata da una copertura in travi in calcestruzzo bianco che formano un cassettonato; la maglia regolare del soffitto accoglie i lucernari che illuminano l’immagine mariana e le statue dei Santi Pio e Giuseppe. Al di sopra della parte basamentale si poggia un volume più alto, bianco e luminoso. L’aula è unica e la leggibilità dello spazio immediata. Varcata la soglia, sulla destra si trova il fonte battesimale e a seguire l’immagine mariana e le statue dei santi Pio e Giuseppe. Sulla sinistra invece si trova la penitenzeria e lungo la parete si sviluppa la via crucis, scandendo il percorso verso il presbiterio. In asse con il portale si trova l’area del presbiterio. L'elemento che caratterizza lo spazio dell'aula è rappresentato da un tetto che accoglie e avvolge la comunità. Il soffitto bianco e luminoso, sembra essere sospeso e trova il suo punto di altezza massima in corrispondenza del presbiterio, illuminato da una luce diffusa. All’interno dell’aula il rapporto con il trascendente è sottolineato dalla luce che accompagna il credente nel suo percorso: una luce che proviene dall’alto, di cui non si vede mai la fonte.
La forma architettonica dell’edificio chiesa esprime il criterio metodologico seguito in tutta la progettazione che obbligano, l’architettura per la liturgia, alla recezione del modello ecclesiologico del Concilio Vaticano II. In particolare la struttura, viene pensata alla luce dell’archetipo della “tenda” realizzata da Mosè nel deserto come luogo dell’incontro tra Dio e il suo popolo durante l’Esodo verso la terra promessa, che diventerà poi il “tabernacolo” nel Nuovo Testamento dove il cristiano diventa il luogo dell’incontro con Dio (1 Cor3,16-17).
Inquadramento
Prospetto
Aula liturgica
Poli liturgici
Piante
Sezione
Modelli