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ARCIPELAGO ITALIA | Cultivating the future. A Piazza for the growth of the Belice

ARCIPELAGO ITALIA | Cultivating the future. A Piazza for the growth of the Belice


Biennale di Architettura di Venezia - 16° edizione

Team: AM3 Architetti Associati - Vincenzo Messina
Luogo: Gibellina (TP)
Anno: 2018
Immagini: internoesterno
In collaborazione con: Maurizo Carta - Barbara Lino - Federica Scaffidi - Peppe Zummo - Francesca Mazzola - Liucija Berezanskyte - Stefania Miccichè - Carlo Mastrosimone - Roberta Mazzola
Foto: © Urban Reports

Gibellina fu completamente distrutta da un terribile terremoto nel 1968. Fu successivamente ricostruita tra i vigneti di un'antica valle, non lontano dal paese originario. Durante la ricostruzione molti artisti e architetti realizzarono sculture ed edifici per far rinascere la città sotto una nuova influenza artistica e culturale. Tuttavia, alcuni di questi edifici non furono mai completati. Oggi Gibellina Nuova rappresenta una grande sfida che mira a creare crescita e sviluppo per le generazioni presenti e future attraverso il completamento di quelle strutture incompiute. Il progetto si basa sull'idea che è possibile migliorare la vita a Gibellina Nuova se si riesce a valorizzare le potenzialità della città e a trovare i giusti stimoli per il rinnovamento. Siamo partiti dall’ascolto delle popolazioni locali e abbiamo scoperto che la principale vocazione alla crescita e allo sviluppo del territorio è la promozione di una filiera alimentare di qualità. Il progetto consiste quindi nel riprogettare gli spazi interni dell'incompiuto teatro - progettato da Pietro Consagra - e nella realizzazione di un parco agricolo che servirà il “Rural Lab”, un innovativo centro didattico proposto dal MIUR che sarà parte integrante del processo di sviluppo del territorio. 

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Il "Rural Lab" è uno spazio innovativo in cui gli studenti possono sviluppare e migliorare competenze specifiche attraverso il contatto e la cooperazione con imprese e associazioni locali, e questa esperienza darà loro sicuramente migliori opportunità lavorative. Nel teatro si svolgeranno le attività di formazione e ricerca del “Rural Lab”, mentre il parco agricolo circostante servirà per le attività sperimentali. Il teatro mantiene la sua natura scultorea e viene riabitato al suo interno da un nuovo edificio che, come un paguro nella conchiglia, si innesta sulla maglia della struttura originaria, ma ne occupa solo parzialmente il volume: la copertura del l'edificio, originariamente destinato a teatro, diventa una piazza pubblica accessibile da diversi sistemi di salita che corrono indipendentemente sui fronti interni della scultura (edificio originario); il piano interrato, sgombrato e reso permeabile mediante un ricambio del terreno, ospita un mercato coperto di prodotti agricoli. L'edificio è quindi completamente inserito all'interno di un nuovo spazio pubblico aperto ad un'ampia gamma di funzioni e usi che possono essere modificati nel corso del tempo. Il parco rappresenta la natura produttiva che entra nella città e risponde al duplice obiettivo di dare densità vegetale ad un centro urbano spoglio e di ricollegare trasversalmente le due aree abitate della città.

Freespace è ciò che abbiamo in questo progetto: è l'offerta di spazio pubblico che supporta la nuova configurazione urbana, ma è anche uno spazio immateriale che crea opportunità generate da eventi geografici e storici, ma ancora disponibili per ulteriore immaginazione.

 




Freespace Teatro


Paesaggio agricolo


Parco agricolo urbano 


il Carapace


Sezione prospettica


Ingresso al Rural Lab


Piazza coperta


Laboratorio territoriale


Padiglione Italia - Biennale di Architettura di Venezia


Padiglione Italia - Biennale di Architettura di Venezia


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